Peter Greenaway, tra i maggiori registi britannici (e non solo) viventi, viene dalla pittura e lo racconta lui stesso nel catalogo delle mostre di Giancarlo Vitali in corso a Milano. «Io sono di parte - scrive -. Mi sono formato come pittore e, fin dall’età di tredici anni, era questo che volevo diventare, anche se non avevo nessuna idea di come realizzare questa ambizione. Una volta un giornalista italiano mi chiese come mai, avendo iniziato la mia carriera come pittore, fossi diventato poi regista. Risposi che ero scontento del fatto che la pittura non prevedesse – di norma – una colonna sonora. Ci sono quadri di Rauschenberg in cui sono state inserite radio a transistor, sebbene per la maggior parte fossero rotte o spente; quindi non credibili. E John Cage fa molte riflessioni illuminanti su ipotetici quadri con colonne sonore. Forse questo è ciò a cui ancora oggi aspiro – ovvero quadri con colonne sonore. I dipinti non devono necessariamente essere animati, e di certo non devono raccontare per forza delle storie». La pittura, ma anche la grafica e l’architettura, sono molto presenti nelle opere cinematografiche di Greenaway: si pensi a “I misteri del giardino di Compton House” (1982), “Il ventre dell’architetto” (1987) e “I racconti del cuscino” (1996). Il film cui sta lavorando attualmente, e che dovrebbe uscire nel 2018, è dedicato a un grande scultore, il rumeno Brancusi, che nel 1905 percorse 1500 chilometri a piedi da Bucarest a Parigi per raggiungere il centro più importante e stimolante per gli artisti del suo tempo. Intanto, Greenaway, sta curando una sezione della quadruplice mostra di Giancarlo Vitali in corso a Milano, dove è intervenuto all’inaugurazione e ritornerà il 7 settembre, per presentare un secondo catalogo da lui stesso curato. Oltre alla grande antologica allestita negli ambienti di Palazzo Reale, altre tre esposizioni (ospitate dal Castello Sforzesco, dal Museo di Storia Naturale e dalla Casa del Manzoni) mettono in luce la storia creativa di un artista da sempre votato alla sperimentazione di diverse tecniche espressive. La rassegna resterà aperta fino al 24 settembre. Orari e altri dettagli sul sito archivivitali.org.